26 gennaio 2010

Risposta a "I PUNTINI SULLE I" di Porpora Marcasciano


di Darianna Saccomani


Leggo su http://coordinamentosylviarivera.blogspot.com/2010/01/i-puntini-sulle-i.html l'editoriale di Porpora Marcasciano con un certo stupore ed un profondo senso di rammarico. Non so verso o a chi si rivolge con quello scritto, ma poiché non fa nomi e cognomi, aprendo ad una generalizzazione quanto meno assurda, mi sento chiamata in relazione all'affermazione dell'attuale fallimento del movimento LGBT, ed in particolare della mia profonda sensazione che in Italia la realtà T è assolutamente non rappresentata.

Stupore e rammarico perché quanto scritto da Porpora Marcasciano è chiaramente un discorso che conferma e sostanzia la critica che oggi viene rivolta - ad esempio dalla sottoscritta - in relazione alla "autoreferenzialità" delle persone che si pongono come espressione della realtà T, e quindi alla mancanza di un chiaro confronto con quelle realtà T che non si trovano a Bologna e che semmai vivono situazioni un attimo diverse e che sentono fortemente una situazione di disagio.

Personalmente non critico l'operato delle singole associazioni, posso pensare diversamente da quanto alcune associazioni sostengono, ad esempio non mi piace l'ONIG e quanto a questo correlato! Penso che sia un mio pieno diritto dirlo e chiedere che chi vanta politica si sieda e partecipi a tavoli dove politica si cerca di fare. Chi si smarca e poi scrive simili cose, non avendo neanche preso in considerazione la possibilità di dialogare con altre persone T e con altri pensieri, quanto meno evidenzia due cose: la prima che chi non ha voluto partecipare per quanto richiesta ha lei deciso di non affrontare politicamente le cose e gli argomenti; la seconda cosa che evidenzia è il sentirsi pienamente autosufficienti e totalmente indifferenti a quanto accade fuori dal proprio cortile! Se non è così, perché Porpora Marcascinao non si è iscritta a Spazio Trans per discutere con tutte noi? Forse noi T non siamo degne di porci dialetticamente e politicamente di fronte a situazioni che le persone T vivono in tutta Italia? Devo pensare che evidentemente il confrontarsi con chi la pensa diversamente da lei non è neanche degno di portare la propria posizione? Perché? Perché lei nel 1970 ha fatto la sua battaglia insieme alle altre per la legge 164?

Io sono riconoscente a tutte quelle persone che hanno fatto quelle lotte, a tutte nessuna esclusa. Ma nel 2010 mi piacerebbe poter costruire qualcosa di nuovo, qualcosa che prendesse in visione il presente senza negare il passato, ma il presente! Dove è il presente? Nelle attività del MIT di Bologna? Si, sicuramente si! Non lo nego! Ma dalle altre parti? E poi, ma siamo così sicure e sicuri che quanto viene oggi fatto non possa essere messo in discussione? O forse si pensa che nessun'altra persona T abbia storia di pensiero e fare? Oppure si pensa di essere le uniche portatrici di verità?
C'è un fatto unico che dovrebbe risultare anche a Porpora Marcasciano. Il 7 gennaio 2010 a Roma c'era anche lei, perché non ha partecipato allo sviluppo di un progetto comune e poi esce fuori con questo editoriale che critica genericamente quanto le altre persone stanno facendo?

Io non sto con i fasci, sono di sinistra! Ma io concepisco la sinistra come dialettica e dialogo, non come dogmi e dogmatismi, poiché dogmi e dogmatismo, per quanto colorati di tonalità di rosso, sono sempre espressione di un totalitarismo che non mi piace! Il totalitarismo e la pretesa di "pensiero unico" non mi piace né che venga da destra né che venga da sinistra! Non gradisco critiche preconcette e pregiudiziali, poiché io, nei fatti e quotidianamente e senza suonare nessuna grancassa, li combatto quotidianamente nel mio territorio e nel mio ambito!
Io non porto elenchi di quanto sono "brava", poiché tutto quello che faccio ed ho fatto se ha portato beneficio a qualcun*, non ha portato comunque benefici a livello nazionale! La territorialità è importante, ma qui il problema è generale! Forse questo non risulta a Porpora Marcasciano!
Evidentemente a lei non risulta che Bologna non è il mondo;
evidentemente a lei non risulta che forse se c'è mal contento si deve affrontare il problema, specie se si ritiene di essere quanto meno una persona facente parte della leadership;
evidentemente a lei non risulta che i suoi successi personali non necessariamente sono successi collettivi;
evidentemente a lei non risulta che la questione non è fare bei discorsi, ma confrontarsi!

Scrivere certe cose e fare certe affermazioni si fanno usando nomi e cognomi, così come io ho usato nome e cognome di chi ha fatto queste cose. Avrei potuto scrivere che qualcuno dice. Ma chi dice? Qualcuno afferma! Ma chi afferma?

Chiarezza, perchè nel torbido, nessuno ha più voglia di pescare.....Grazie!


2 commenti:

  1. Purtroppo non ho potuto partecipare al congresso del 7 gennaio e non so come sia andata veramente, ma all'interno del mondo T* ci sono sempre discussioni ed io mi sono stufata di star in mezzo ai battibecchi.
    Che il MIT funzioni in modo autonomo al resto del mondo è cosa ovvia. Che abbia i suoi risultati e le sue statistiche "positive" forse è proprio dovuto a quest'aspetto. Meno persone gestiscono un'associazione T* meglio è... Troppe teste farebbero saltare tutto.
    Pure a me il protocollo ONIG non piace, ma di sicuro le litigate tra persone T* prendono più tempo che non una discussione "efficace" sulle proposte e alternative.
    Un abbraccio a tutte
    Emilie Rollandin

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  2. Si, Emilie, anche io mi sono stufata di queste stupide litigate, solo che non mi va bene che si butti fango su tentativi di avere una reale presenza per portare fuori dal locale, territorio particolare, le nostre istanze. Che in un luogo si facciano cose egregie (per quanto sempre discutibili) non è contestato, anzi, è apprezzato. Ma che si pretenda di affossare un tentativo di lavorare insieme per portare istanze che riguardano tutt* noi a livello nazionale, la cosa non mi va assolutamente giù!
    Qui c'è in ballo qualcosa di più che il lavoro territoriale, qui c'è in ballo la possibilità di avere delle leggi che ci diano pari dignità, pari opportunità, che ci facciano uscire da questo stigma sociale che ci penalizza oltre il dovuto! Questo va fatto, e non si può pensare di farlo solo a Bologna, ma, forse, c'è anche Lecce, Catanzaro, Palermo o altro, non credi? E questo come lo si affronta? Se non si trova un reale momento di condivisione e di unità di intenti, non si potrà mai arrivare a nulla!
    Ricambio l'abbraccio con un bacio :)

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